Chiesa Sant’Anna dei Lombardi: un gioiello del rinascimento toscano a Napoli
Intro: La Chiesa di Sant’Anna dei Lombardi è una delle testimonianze più rilevanti del Rinascimento toscano a Napoli. Scopriamola insieme!
Come avrete capito dal mio articolo cosa vedere a Napoli in un giorno, non è semplice elencare i luoghi di interesse più famosi, figuriamoci quei gioielli meno promossi turisticamente.
Il Complesso Monumentale di Sant’Anna dei Lombardi è uno di questi, custodisce capolavori artistici di alto pregio nel centro storico di Napoli, tra Piazza Carità e via Monteoliveto.
Conosciuto come Chiesa di Santa Maria di Monte Oliveto, fu voluta da Gurello Origlia nel 1411, nobile napoletano, volto illustre alla corte del re di Napoli, Ladislao di Durazzo.
La Chiesa di Sant’Anna dei Lombardi è una delle più rilevanti testimonianze del Rinascimento toscano e napoletano, e al suo interno troverete opere d’arte riconducibili a Benedetto da Maiano, Antonio Rossellino, Giorgio Vasari e… Michelangelo!
Esatto avete letto bene!
Cosa vedere al Complesso Monumentale di Sant’Anna dei Lombardi?
La Sagrestia del Vasari, le Cappelle Rinascimentali, il Compianto di Guido Mazzoni e la Cripta degli Abati sono i punti di forza di questo complesso monumentale.
Di cosa parlo in questo articolo
Complesso Monumentale di Sant’Anna dei Lombardi: storia
Questa chiesa, scrigno di capolavori artistici e architettonici, in origine era una una chiesetta chiamata Santa Maria di Monteoliveto e apparteneva ai frati Olivetani di San Miniato.
La fondazione risale al 1411 per opera di Gurello Origlia, protonotario del re di Napoli, Ladislao Durazzo.
Era dedicata alla Purificazione di Maria e in poco tempo diventò il centro spirituale della nobiltà napoletana.
In seguito, diventò una delle chiese preferite della corte aragonese, anche grazie ad Alfonso II d’Aragona, re di Napoli, che ne favorì i lavori di ampliamento e miglioramento.
A Napoli, in quel periodo, risiedeva un gruppo molto fitto di mercanti, artigiani e banchieri fiorentini e la famiglia Strozzi finanziò i lavori di costruzione e decorazione della Cappella Piccolomini, presente in chiesa, utilizzando una filiale della loro banca in città.
Questo testimonia il forte legame presente all’epoca tra Napoli e la Toscana.
Nel 1582, sullo stesso terreno venne edificata la chiesa della nazione lombarda, dedicata a Sant’Anna, gravemente danneggiata nel 1798.
L’arciconfraternita dei Lombardi, quindi, la abbandonò, essendo divenuta inagibile e traslocò nella Chiesa di Monteoliveto, dopo che Ferdinando I delle Due Sicilie aveva disposto l’allontanamento degli olivetani.
Così, il nome diventò Chiesa Sant’Anna dei Lombardi, assumendo a tutti gli effetti la denominazione dell’ordine a cui era stata affidata, l’Arciconfraternita dei Lombardi.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, nella notte tra il 13 e il 14 marzo 1944, la chiesa fu bombardata: la facciata, il vestibolo e il campanile vennero distrutti e, di conseguenza, distrussero buona parte del pavimento originale.
Stessa sorte toccò al soffitto a cassettoni lignei del ‘500, ricostruito in seguito solo ispirato all’originale.
Chiesa di Sant’Anna dei Lombardi: cosa vedere
La struttura attuale della chiesa, risultato di un rifacimento seicentesco per renderla più barocca, presenta una navata unica con cinque cappelle per lato.
In controfacciata potrete ammirare:
- l’imponente organo in legno dorato, realizzato da Cesare Catarinozzi da Subiaco nel 1697;
- la “Gloria di Angeli che sostengono tendaggi” dipinta a fresco, opera di Battistello Caracciolo dei primi del 1600.
In basso, ai lati del portale d’ingresso, sono presenti due altari marmorei simmetrici:
- a sinistra, l’Altare Ligorio, opera di Giovanni da Nola del 1532;
- a destra, l’Altare Del Pezzo, scolpito da Girolamo Santacroce del 1524.
La Chiesa di Sant’Anna dei Lombardi fu uno dei luoghi preferiti dalla dinastia aragonese, soprattutto dal re Alfonso II, da suo cognato Antonio Piccolomini e dal conte di Terranova, Marino Correale.
All’inizio della navata interna della chiesa, sono presenti due cappelle rinascimentali laterali, volute proprio da questi ultimi.
La Cappella Piccolomini
La Cappella Piccolomini, dedicata alla memoria della moglie di Antonio, Maria d’Aragona, fu realizzata tra il 1470 e il 1490 da Antonio Rossellino, scultore del Rinascimento toscano.
La cappella presenta a destra un quattrocentesco sedile in marmo e un affresco dell’Annunciazione, opera di un seguace di Piero della Francesca.
A sinistra, la parete è occupata dal Monumento Funebre di Maria d’Aragona, morta a soli 18 anni, progettato e iniziato da Antonio Rossellino e terminato da Benedetto da Maiano.
Al centro, la pala d’altare in marmo bianco raffigura la Natività tra Sant’Andrea e San Giacomo, busti di profeti e putti che reggono festoni.
Anche questa fu eseguita da Antonio Rossellino nel 1475, affiancato da Matteo del Pollaiolo.
Abbassando lo sguardo, noterete il pavimento è lavorato in opus sectile, di tradizione romana.
La Cappella Correale Mastrogiudice e il giovane Michelangelo
Questa cappella si divide in due ambienti comunicanti: il primo è la Cappella Mastrogiudice, caratterizzato dall’imponenza del sepolcro funerario della famiglia, realizzato da Gerolamo D’Auria.
La caratteristica principale è l’utilizzo di diverse tipologie di marmo colorato, bianco, nero e rosa, a testimonianza della ricchezza tale della famiglia da potersi permettere l’acquisto di materiali eccessivamente costosi all’epoca.
Il secondo ambiente è la Cappella di Marino Correale, costruita nel 1490, che custodisce il sarcofago del fondatore sulla parete sinistra e un sedile in marmo su quella destra.
Al centro, l’elegante altare in marmo opera di Benedetto da Maiano con:
- altorilievo dell’Annunciazione tra i Santi Giovanni Battista ed Evangelista;
- tondi con busti di Sibille (a conferma di elementi pagani resi propri dalla religione cattolica);
- predella con Scene di Vita del Cristo e della Vergine.
Lo scultore toscano è riuscito a donare espressioni dolci ai personaggi e rendere con il marmo anche morbidi panneggi, tipici tratti rinascimentali.
Ma non è tutto!
Sulla pala sono presenti due spiritelli: quello a destra è stato attribuito ad un quattordicenne Michelangelo Buonarroti. Esatto, il celebre scultore!
La studiosa tedesca Margrit Lisner afferma che sia molto probabile la presenza di Michelangelo quattordicenne presso la bottega di Benedetto da Maiano.
Questa ipotesi viene confermata anche da Francesco Caglioti, accademico e storico dell’arte italiano nonché profondo conoscitore della scultura del Rinascimento e dell’arte di Michelangelo.
Sembra molto verosimile che la struttura del corpo dello Spiritello reggifestone – e soprattutto il suo sorrisetto satirico – abbia lo schema ricorrente e ben riconoscibile di altre opere di Michelangelo.
Cappella D’Avalos
La famiglia D’Avalos era di origini castigliane e si trasferì a Napoli a seguito del re Alfonso I d’Aragona, con il privilegio di battere moneta, avere feudi e titoli e nominare i conti.
La Cappella presenta una volta a botte e una cupola affrescate da Giovanni Antonio Ardito con Storie del Nuovo e Antico Testamento e con Angeli Musicanti .
Uno scenario da togliere il fiato.
La Sagrestia del Vasari – ex Refettorio e il Monaco alla finestra
La Sagrestia di Sant’Anna dei Lombardi presenta la volta affrescata da Giorgio Vasari ed è una piccola Cappella Sistina a Napoli, visto anche la stima del famoso pittore dal gusto manierista per Michelangelo.
L’ordine olivetano gli commissionò l’affresco del Refettorio del Monastero, poi trasformato in Sagrestia.
Nel 1544 Vasari arrivò a Napoli e rimodernò l’ambiente ad architettura medievale con un ciclo pittorico diviso in tre campate che fanno riferimento alla Religione, all’Eternità e alla Fede con uno scopo etico – didattico.
La volta divenne una sfera celeste con la presenza delle 48 costellazioni tolemaiche, alternate alle personificazioni delle virtù.
L’ambiente è incorniciato da preziose tarsie lignee di Fra’ Giovanni da Verona, scandite da nicchie che ospitano statuette di legno di monaci e monache.
Prima di arrivare alla Sagrestia del Vasari attraverserete la Cappella de Sangro e alzando la testa potrete notare un piccolo affresco raffigurante un monaco olivetano che si affaccia alla finestra.
Tradizionalmente attribuito al Vasari, pare sia un’anticipazione di ciò che vedrete nell’ex Refettorio.
Il Compianto sul Cristo Morto di Guido Mazzoni
L’Oratorio del Santo Sepolcro è diviso in 3 vani, nominati Cappella:
- Fiodo;
- Lannoy o di Noja o della Noja, un tempo collegata con il Chiostro delle Colonne;
- del Santo Sepolcro.
In quest’ultima è custodito un altro capolavoro della scultura rinascimentale: il Compianto sul Cristo Morto di Guido Mazzoni.
Realizzato nel 1492, rappresenta un gruppo scultoreo di 8 personaggi in terracotta smaltata, reso celebre dall’effetto realistico di ogni figura.
Il fulcro è Cristo morto deposto dalla croce, accerchiato da Giuseppe d’Arimatea, la Maddalena, Maria di Salomè, la Vergine Maria, San Giovanni Evangelista, Maria di Cleofa e Nicodemo, a grandezza naturale.
L’espressività dei volti delle figure, colti in un momento di urla e dolore, e la pregiata resa delle stoffe e dei ricami rende quest’opera unica nel suo genere.
In due personaggi è riconoscibile la fisionomia dei volti di Alfonso II d’Aragona in Giuseppe d’Arimatea e suo padre Ferrante in quello di Nicodemo.
Questo capolavoro ti trasporterà in una scena di dramma collettivo e totalizzante, dalla quale non potrai emotivamente fuggire.
La Cripta degli Abati o Ipogeo
Nella Cripta degli Abati, un vano ipogeo, venivano deposte spoglie degli abati quando la chiesa era il Monastero olivetano.
Negli scolatoi, i defunti erano deposti per la pratica di scolatura, ovvero della perdita dei liquidi corporei.
Successivamente, la Cripta diventa luogo per custodire i resti salvati dalla demolizione della Chiesa di San Giovanni dei Fiorentini nel Rione Sanità.
Si dice, siano presenti anche quelli di Bernardo Tanucci, uomo di fiducia di Carlo di Borbone e di Ferdinando IV.
Il Monastero
Accanto alla Chiesa di Monteoliveto, potrete vedere l’ex Monastero, adesso adibito ad usi diversi, soppresso nel 1799 e che nel 1848 ospitò il Parlamento Napoletano.
I chiostri erano 4 e sono stati sconnessi dall’edificio principale:
- 3 fanno parte della Caserma dei Carabinieri “Pastrengo”;
- quello principale, in parte ancora visibile, è stato destinato ad abitazioni private.
Nel 1588, nel complesso monastico soggiornò Torquato Tasso, che per ringraziare i monaci dell’ospitalità scrisse il poemetto, rimasto incompiuto, Monte Oliveto.
Era un resoconto delle principali virtù di Bernardo Tolomei, fondatore della Congregazione, dedicata al cardinale Antonio Carafa, interrotto alla centoduesima ottava.
Qui Torquato Tasso scrisse parte della sua Gerusalemme Liberata.
Chiesa Sant’Anna dei Lombardi: orari e biglietti
Per visitare la Chiesa di Sant’Anna dei Lombardi, gli orari di apertura e chiusura sono:
- dal lunedì al sabato dalle 09.30 alle 18.30;
- domenica dalle 12.30 alle 17.30.
Ricordate che l’ultimo ingresso possibile è mezz’ora prima della chiusura.
Il prezzo dei biglietti è di:
- Intero: 6€;
- Integrato Ipogeo: 8€;
- Ridotto: 4€;
- Ridotto Integrato Ipogeo: 6€.
Gratuito per under 12, visitatori diversamente abili, guide turistiche autorizzate ed ecclesiastici.
CONSIGLIO FURBO
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